Ricordando Padre Jean Perrin

Il suo perenne sorriso: sonoro e contagioso

Le Père Perrin ha salvato il Togo, ripete in ogni momento l'amico Arouna: ponti, maternità, strade, chiese, case parrocchiali, Centri culturali, Foyers per giovani, scuole, biblioteche, bande musicali, majorettes, un santuraio mariano, e l'ultima fatica l'università. Sono "gli alberi" che ha seminato nella sua vita. Deceduto il 6 novembre a Sotouboua, il 24 novembre lo abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora. Sepolto accanto al Santuario Mariano che ha costruito a Sotouboua. In questo ultimo saluto ci lasciamo accompagnare da alcuni tratti dell'omelia di Jean Marie Guillaume.

64 anni di vita donata al Togo

In questa celebrazione, rendiamo grazie per la fede di Padre Perrin e per tutto quello che ha potuto realizzare, grazie a questa fede. Il dono della fede si è riversato su tutte le comunità cristiane da lui fondate, amate, accompagnate, per le quali ha dato tutto se stesso durante i 65 anni di sacerdozio : le comunità di Sokode all'inizio del suo ministero in Togo, poi quelle di Kara-Yade per 15 anni, di Blitta per 25 anni, di Tchébébé per 6 anni, e infine Sotouboua, per 19 anni. Ovunque è passato P. Perrin ha lasciato una traccia di fede, di carità, di Vangelo.

L'omaggio dei Capi Tradizionali

E' la Madonna della Mercede, la Madonna della Misericordia, che ci accoglie oggi per rendere grazie per questa vita così lunga e fruttuosa. Questo santuario lo ha fatto costruire perché lui stesso ha fatto l'esperienza della Misericordia ottenuta per intercessione di Maria. Aveva promesso alla Vergine Maria di erigere un santuario in suo onore se fosse ritornato dagli orrori delle guerre dal fronte russo. E' tornato dalla guerra ed è stato in grado di realizzare la sua promessa. Il Santuario è stato inaugurato nel luglio 2011, nello stesso periodo ha anche festeggiato i 60 anni di sacerdozio.

Un gruppo di majorettes fondate dal Padre

Al Santuario, Jean ha voluto aggiungere una grotta, come a Lourdes, ed è stata l'ultima opera che ha potuto portare a termine. Il 28 maggio scriveva "Ho una buona notizia da dare : la statua della Vergine Maria è arrivata come volevo ... desidero che i pellegrini e la gente di passaggio possano bere, come a Lourdes, l'acqua benedetta ... Maria Ausiliatrice mi ha molto aiutato per il Santuario, e protetto lungo tutta la mia vita fino ad ora… Non è fuori posto offrirle questa grotta

Le majorettes rendono l'ultimo omaggio

L'acqua, simbolo della vita e della vita eterna è una delle principali preoccupazioni della sua vita. Ne ha utilizzata molta per i numerosi Battesimi, per benedire le tante chiese e cappelle che ha costruito... Padre Perrin conosceva il valore e la necessità dell'acqua. Con il suo pendolino, per anni, ne ha cercata ovunque. La prima cosa che faceva, quando doveva costruire, era di scavare un pozzo e così assicurare una riserva di acqua necessaria. Ovunque dove ha abitato c'era accanto alla mssione l'orto coltivato, e l'acqua non mancava mai.

Il saluto della banda musicale dei giovani

Voglio ora sottolineare alcuni doni che padre Perrin ha ricevuto. Il primo dono fondamentale, che è stato alla base della solidità e della forza del suo impegno di tutta la vita, è quello della fede, della fiducia, una fede ricevuta dai suoi genitori. Questa fede lo ha fatto vivere generando in lui una forza che gli permetteva di superare ogni difficoltà, di aver fiducia nella vita. Fede e fiducia in Dio e in Maria che ha saputo conservare durante la guerra. Un altro dono ricevuto è stato quello dell'amore per la sua famiglia, alla quale era molto legato, malgrado la lontananza. Gli si rimproverava di non tornare regolarmente in vacanza.

I presenti provengono da ogni parte

Un altro dono che lo ha sempre accompagnato è stata la compassione per gli ammalati e i poveri. Sono sempre stati numerosi a venire a bussare alla porta del suo cuore. La compassione per i poveri lo ha fatto spesso agire con energia, a volte con collera presso le autorità locali e nazionali, per esempio quando ha fatto sopprimere un elefante devastatore, o quando ha ottenuto delle terre per i rifugiati scacciati dai loro territori diventati riserva nazionale. Per loro ha costruito una nuova strada, un ponte, una scuola, un dispensario.

La liturgia funebre presieduta dal Vescovo

La scuola, l'educazione sono state due altre sue preoccupazioni. Scuole elementari, medie, licei: ne ha lasciate ovunque dove è passato. Una delle prime realizzazioni è stata la scuola media e ginnasio di Kara. Ricorda: "Quando avevo fatto la domanda per una scuola cattolica a Kara, in quel momento ha fatto l'effetto di una bomba: io non avevo un soldo, il vescovo neppure, e il ministero non ne voleva sapere... Hanno finalmente accettato, e la scuola è partita con il nome di "Istituto Secondario". Oggi è una delle scuole più prestigiose di tutto il Togo.

I segni del servizio sulla e accanto alla bara

L'educazione scolastica non gl bastava. Malgrado la sua sordità quasi completa, ha utilizzato i suoi talenti di musicista per insegnare musica, a suonare la tromba e l'organo elettronico. Ha creato un gruppo di majorettes e una banda musicale di ragazzi, sempre presenti e attivi nelle grandi manfestazioni. Oggi sono qui tutti per l'ultimo saluto. Non ha dimenticato gli adulti, gli insegnanti. A Sotouboua ha formato il gruppo "Panorama". Gli insegnanti si riunivano per leggere insieme un articolo della rivista "Panorama", per poi riflettere e commentarlo insieme. Nella sua pastorale utilizzava tutti i mezzi a disposizione: proiezioni di diapositive, cinema, video, internet.

La sua ultima dimora, accanto al santuario

I progetti lo hanno accompagnato fino alla fine, fino alla vigilia della morte. "Ho iniziato l'anfiteatro per l'università...pare che non sia abbastanza grande...ho ancora tre anni di lavoro davanti..." scriveva il 5 giugno 2016. E' morto lavorando, diceva un sacerdote che gli era accanto in questi ultimi giorni. Il corpo, logorato da tante attività non ce la faceva più. Aveva appena terminato di controllare i lavori ultimati della grotta dedicata a Nostra Signora di Lourdes, Nostra Signora della Mercede, e Maria lo ha preso. Il Togo lo ha accolto durante 64 anni. E per i suoi abitanti ha dato tutto sè stesso.