PRELIMINARI
Lo spirito del Fondatore

 

 

I)   La Società delle Missioni Africane (S.M.A.) è stata fondata da Monsignor Melchior de Marion Brésillac l'8 dicembre 1856, al santuario di Notre-Dame di Fourvière, a Lione.

 

II)  Attratto fin dall'infanzia dal desiderio di diventare "ministro di Cristo tra i Gentili", Mons. de Brésillac lasciò la sua diocesi d'origine, Carcassonne (Francia), per andare come araldo del Vangelo in Asia. Anche quando in coscienza si sentì obbligato a ritirarsi dalla missione indiana, decise di rimanere missionario fino alla fine della sua vita. Fu questa determinazione che lo spinse, nel maggio del 1855, a offrirsi alla Santa Sede per andare come missionario "in qualunque luogo dell'universo". In risposta a quest'offerta generosa venne sollecitato a fondare una Società e "Propaganda Fide" ve lo autorizzò ufficialmente nel febbraio del 1856.

 

III) Nel novembre del 1856 era in grado di scrivere alla Congregazione di Propaganda Fide: " La Società delle Missioni Africane non è più solo un semplice progetto: essa esiste". In pochi 'Articoli Fondamentali' egli abbozzò i lineamenti che voleva dare a questa Società. Essa ha "per scopo principale l'evangelizzazione dei paesi dell'Africa che hanno più bisogno di missionari. (....) Indipendentemente dalle cure che presterà alle missioni che le saranno affidate, la Società lavorerà costantemente a preparare le vie per penetrare nelle regioni dell'Africa dove non ci sono ancora missionari. (...) Essendo la Società essenzialmente secolare, i membri non emetteranno voti, ma una solenne risoluzione di perseverare nella Società fino alla fine dei loro giorni, considerando come loro più grande vanto quello di morire all'opera, sia nelle Missioni che al loro servizio in Europa".

 

IV) Quale Fondatore della Società, Monsignor de Brésillac ha ricevuto dallo Spirito Santo, per il bene dell'intera Chiesa, un carisma per l'evangelizzazione dei non-cristiani, specialmente africani. Nella sua vita e nei suoi scritti, ha espresso il suo carisma in questo modo:

                

     a) Il missionario è prima di tutto l'apostolo dei non- cristiani; deve essere sempre disposto ad andare "altrove": "Felice il missionario apostolico che fonda delle Chiese e che, appena le vede stabilite, va altrove per fondarne di nuove".

 

     b) Agendo in questo modo, il missionario è l'erede della vocazione, dello spirito, delle virtù e anche, in una certa misura, dei metodi degli apostoli e specialmente di San Paolo.

    

     c) Forte dell'esempio degli apostoli e profondamente impregnato del fine ultimo dell'attività missionaria, Mons. de Brésillac considerò dovere essenziale del missionario la formazione dei presbiteri autoctoni e l'istituzione di una gerarchia locale: "Fare presbiteri, vescovi, stabilire vere Chiese, ecco qual è la vera missione dell'apostolo".

 

     d) Egli afferma che la fede cristiana perfeziona le società "ma non cambia il carattere essenziale dei popoli, perché non ne ha bisogno. Cattolica nel senso più ampio della parola, è fatta per qualsiasi luogo e per ogni uomo".

 

      e) Egli indica che l'attività missionaria, alla luce della chiamata del Signore, deve essere orientata al progresso dei popoli, specialmente dei più abbandonati.

 

V)   Con l'esempio della sua vita e della sua morte, così come nei suoi scritti, il Fondatore della S.M.A. ha lasciato ai suoi discepoli alcuni elementi di spiritualità molto importanti per formare un vero missionario:

 

     a) Egli è un uomo "chiamato", un apostolo che risponde a questa chiamata con una autentica "passione" missionaria, un servitore fedele di Dio e della Chiesa, un essere radicale nelle sue scelte: "essere missionario dal profondo del mio cuore".

 

     b) La fonte del vero impegno missionario è Gesù Cristo, la cui Croce, segno e strumento di Salvezza, aiuta il missionario a vivere come discepolo del Signore nella rinuncia a se stesso. "Accanto alla Croce di Gesù c'era sua madre", la Vergine Maria, che è anche la forza e il sostegno di tutti i missionari.

 

     c) Mons. de Brésillac utilizza frequentemente l'aggettivo "apostolico". Con esso intende dire che i missionari debbono imitare gli apostoli nelle loro attività e nel loro stile di vita.

 

     d) Egli dà alla spiritualità missionaria le seguenti caratteristiche:

         - essa è polarizzata dall'opera del Padre che deve essere compiuta: l'annuncio della Salvezza in Gesù Cristo, particolarmente a coloro che non conoscono la Buona Novella;

         - è espressa dalle attitudini richieste dalla condizione missionaria stessa come egli l'ha vissuta in India e in Africa, specialmente l'umiltà, il distacco, la povertà, l'obbedienza, la castità e la pazienza nella gioia;

         - essa è al servizio del progresso dei popoli, specialmente dei più abbandonati.

 

VI)  Nel corso della sua storia, la S.M.A. si è sforzata di restare fedele allo spirito del suo Fondatore, adattandosi continuamente alle nuove situazioni, "sempre pronta a rispondere ai bisogni del momento".

 

LA SOCIETA' DELLE MISSIONI AFRICANE

 

"Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la Vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta".

1 Gv 1,1-4

 

"La Società delle Missioni Africane ha come scopo principale l'evangelizzazione dei paesi dell'Africa che hanno più bisogno di missionari" (DMF 169).

 

La S.M.A. è una Società di missionari che vivono e lavorano condividendo iniziative e responsabilità. Attinge la sua vitalità "dalla concordia nella perfetta carità e nell'obbedienza.. "(DMF 172); è "sempre pronta a rispondere ai bisogni del momento.." (NSMA 19); ha una preferenza particolare "per l'evangelizzazione dei popoli dell'Africa presso i quali il Vangelo non è stato ancora predicato.. " (DMF 150); utilizza "i metodi che più si avvicinano alla predicazione semplice e tutta evangelica degli Apostoli" senza abbandonare "la santa follia della croce" (S 308). (Mons. de Brésillac)


 

LA NOSTRA VOCAZIONE MISSIONARIA

 

1      Siamo una comunità di discepoli di Cristo riuniti dalla nostra comune risposta al suo comando di proclamare il Regno di Dio: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura"[1].

 

2      Il nostro scopo è di rispondere effettivamente alla vocazione missionaria della Chiesa, soprattutto tra gli Africani e tra i popoli di origine africana[2].

 

3      Il nostro impegno missionario scaturisce dalla nostra incorporazione al Cristo vivo, tramite i sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell'Eucarestia. Mediante questo impegno, continuiamo la missione di Cristo[3].

 

4      Ci sforziamo di testimoniare, con la parola e con la vita, il Vangelo di Gesù Cristo nella sua totalità. Ovunque lavoriamo, siamo al servizio del Regno di Dio, della costruzione della Chiesa e della salvezza del mondo[4].

 

5      In quanto missionari, la nostra crescita personale in Cristo è inseparabile dalla partecipazione alla sua missione[5].

 

6      Attenti al soffio dello Spirito Santo nella Chiesa e nel mondo e fedeli agli ideali del nostro Fondatore, rimaniamo sempre pronti a rispondere ai bisogni del momento[6].

 

7      Pur consapevoli dei nostri obblighi speciali verso le Chiese dell'Africa con le quali lavoriamo da molto tempo, siamo disposti ad andare verso i luoghi e le situazioni, in Africa, dove il bisogno di missionari è più grande.

 

8      Tenendo conto della continua evoluzione della realtà, stabiliamo le nostre priorità confrontandoci con i responsabili delle Chiese particolari[7].

 

9      Abbiamo a cuore, in modo speciale, coloro che non sono ancora stati evangelizzati. Siamo particolarmente attenti alla causa dei più abbandonati, dei poveri e degli oppressi[8].

 

10    Nelle Chiese dove lavoriamo, una delle nostre priorità è quella di suscitare e sostenere le vocazioni sacerdotali, missionarie e religiose e operare nella formazione del clero e dei responsabili laici[9].

 

11    Nel rispetto delle diverse culture e in uno spirito di condivisione, collaboriamo con le Chiese particolari per rispondere insieme ai loro problemi[10].

 

12    Siamo una Società clericale di Vita Apostolica approvata dalla Chiesa e composta da chierici e laici. In quanto Istituto missionario di Diritto Pontificio siamo posti sotto la giurisdizione della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Questa Congregazione è l'interprete autentica delle Costituzioni della Società[11].

 

13    Siamo pronti ad accogliere come missionari persone provenienti da qualsiasi Paese purché rispondano alle condizioni richieste dalla Chiesa e dalla S.M.A..

 

14    In quanto Società Internazionale, organizzata in Provincie, Distretti, Distretti in Formazione, Regioni, Case e Fondazioni, manteniamo la nostra unità grazie ad una autorità centrale: il Superiore Generale e il suo Consiglio. Essi governano e animano l'insieme della Società, mettono in atto le decisioni dell'Assemblea Generale e coordinano le attività dell'Istituto tramite il Consiglio Plenario[12].

 

 

LA NOSTRA ATTIVITA' APOSTOLICA

 

15    Guidati dallo Spirito Santo tendiamo ad essere segni di comunione e strumenti di dialogo tra le culture, le religioni e le Chiese, in modo tale che il Regno di giustizia e di pace, di amore e di verità, possa diventare una realtà[13].

 

16    La nostra missione consiste nel testimoniare i valori del Regno di Dio sulla terra, entrando nel movimento d'amore che porta Dio a tutti i popoli. Ovunque sia necessario, esercitiamo un ministero di presenza tra i non cristiani, specialmente tra i seguaci delle religioni tradizionali e i musulmani. Ci sforziamo di conoscere ed apprezzare le loro culture e religioni. Mossi da spirito ecumenico, collaboriamo con le altre Chiese cristiane per testimoniare insieme il Vangelo[14].

 

17    La nostra missione consiste nel proclamare la Buona Novella di Gesù Cristo, che è morto e risorto per la salvezza di tutti e che è "la Via, la Verità e la Vita". La Buona Novella, rinnovando il cuore di ciascuno, trasformerà la società umana dall'interno e "farà nuove tutte le cose". E' per questo che collaboriamo al processo di inculturazione, in modo tale che il Vangelo metta radici sempre più profonde nelle diverse culture dei popoli in mezzo ai quali lavoriamo[15].

 

18    La nostra missione consiste nel proclamare un messaggio di liberazione totale imitando Gesù Cristo che ha dato la sua vita per la salvezza del mondo. Egli ha fatto propria la vita quotidiana del suo popolo, con le sue debolezze, i suoi problemi e le sue difficoltà. Allo stesso modo, anche noi siamo chiamati a condividere la vita e la storia dei popoli che siamo mandati ad evangelizzare e ad aiutarli nel loro sforzo di liberazione dal peccato e dal male[16].

 

19    La nostra missione consiste nel costruire vere comunità cristiane, "un popolo prescelto; il popolo stesso di Dio", che vuol servire e seguire Cristo nella fede, nella speranza e nell'amore. Ci sforziamo di costruire comunità di discepoli di Cristo, rivestite delle ricchezze culturali della loro terra e servite da ministri loro propri. "Fedeli all'ascolto dell'insegnamento degli Apostoli e all'unione fraterna, alla frazione del pane e alle preghiere", esse accedono alla comunione della Chiesa universale e progrediscono costantemente nella loro presa di coscienza missionaria e nel loro impegno al servizio della missione[17].

 

20    Nella nostra missione cerchiamo di lasciarci arricchire dalle culture e dalle religioni dei popoli tra i quali lavoriamo. In tale modo, con essi, possiamo essere ancor più pienamente evangelizzati e liberati dallo Spirito Santo che lavora in tutti.

 

21    Desideriamo partecipare al lavoro delle Chiese particolari dell'Africa, in spirito di collaborazione leale e nel rispetto del nostro carisma missionario. Per rafforzare questa collaborazione, stabiliamo delle convenzioni con le Conferenze Episcopali e i Vescovi diocesani, secondo le leggi universali della Chiesa. In esse sono presi in considerazione le modalità della nostra presenza, le esigenze delle Chiese particolari e i nostri bisogni. Uniti fraternamente dallo stesso sacramento e al servizio della stessa diocesi, i presbiteri, membri della nostra Società formano, sotto la guida del vescovo, un solo presbiterio con il clero diocesano e gli altri presbiteri[18].

 

22    Per aiutare le nostre Chiese di origine a rispondere alla loro vocazione missionaria, cooperiamo con esse in programmi di animazione missionaria. Collaboriamo con i diversi organismi e gruppi impegnati nell'apostolato missionario e nell'aiuto allo sviluppo, contestando le strutture contrarie ai valori del Vangelo. Ci mettiamo anche al servizio dei rifugiati e degli immigrati, specialmente di quelli di origine africana. Suscitare vocazioni missionarie rimane uno dei nostri obiettivi prioritari. La testimonianza del nostro stile di vita, individuale e comunitaria, è un invito perché altri si impegnino nella vita missionaria della Chiesa[19].

 

 

IL NOSTRO STILE DI VITA

 

23    Fin dall'inizio, il nostro Fondatore ha pensato la Società come una famiglia missionaria, totalmente votata al servizio dell'Africa. Egli ha posto la Società sotto la protezione della Sacra Famiglia. In spirito di corresponsabilità, siamo chiamati a vivere insieme come membri di un'unica comunità, sia quando esercitiamo un ministero attivo, sia quando abbiamo abbandonato l'attività a causa dell'età o della malattia. Coloro che sono stati scelti per svolgere il servizio dell'autorità sono permanentemente segni e animatori di questo spirito di famiglia, aiutando ciascuno a dare il meglio di sé nella realizzazione della propria vocazione missionaria[20].

 

24    Vivendo in comunità apostoliche, siamo insieme per condividere la nostra fede e il nostro amore. Tramite questa vita comunitaria, ci aiutiamo vicendevolmente a vivere e proclamare il Vangelo sull'esempio di Cristo e dei discepoli radunati attorno a Lui[21].

 

25    Le comunità possono variare nella composizione, nello stile e nel modo di affrontare particolari compiti missionari. Ciascuno di noi vivrà in una comunità S.M.A., tenendo conto delle esigenze dell'apostolato[22].

 

26    La nostra vita e il nostro lavoro comunitari ci aiutano a capire meglio che siamo al servizio di un compito che trascende le nostre capacità umane, nonostante la nostra generosa dedizione e le nostre tecniche più perfezionate. Insieme, nella preghiera e nella contemplazione, scopriamo la sorgente e l'agente principale di ogni attività di evangelizzazione, lo Spirito Santo. E' questo stesso Spirito che ci spinge a pregare, a testimoniare il Vangelo e a servire coloro ai quali siamo inviati[23].

 

27    Seguendo l'esempio della prima comunità cristiana, ci riuniamo per ascoltare e condividere la Parola di Dio, per celebrare l'Eucaristia e la Liturgia delle Ore, rafforzando così il nostro spirito di famiglia e favorendo un clima di pace e di apertura. Per quanto riguarda la Liturgia quotidiana delle Ore, le Lodi e i Vespri vengono recitati da tutti. Inoltre, la Liturgia delle Ore è recitata interamente tutti i giorni dai missionari che hanno ricevuto un ministero ordinato[24].

 

28    Uno stile di vita semplice, vicino ai poveri, la condivisione con essi di ciò che siamo e di quanto abbiamo, ci aiuteranno a diventare segno profetico di un mondo nuovo, conforme al Vangelo. Veramente missionarie, le nostre comunità S.M.A. sono attente alla vita delle Chiese e dei popoli che serviamo[25].

 

29    Con la forza dello Spirito Santo, la perseveranza nel nostro impegno missionario, la testimonianza del celibato per amore del Regno, l'osservanza delle leggi che ci sono proprie come regola di vita, ci sforziamo di essere, tra le nazioni, testimoni gioiosi della Buona Novella di Gesù Cristo, della fede di cui viviamo, della speranza che ci anima e della capacità del Vangelo di suscitare fraternità e liberazione[26].

 

30    Manteniamo stretti legami con tutti coloro che ci sostengono nel nostro lavoro missionario, e in modo particolare con le nostre famiglie e i nostri benefattori. Essi sono partecipi delle nostre preghiere e del nostro lavoro.

 

 



[1] Mc 16,15; cfr Mt 28, 19-20; Lc 24, 45-47; At 1, 7-8; Gv 17, 21; LG 17; cann. 781; 786

[2] Cfr AG 23

[3] Cfr AG 36; EN 6-12

[4] Cfr Mc 1, 15; At 22, 21; AG 22-25; EN 13-16; LG 13

[5] Cfr EN 5; 76; LG 40-41; PO 14; cann. 675; 786

[6] Cfr 1 Tm 4, 14; AG 16-18; 20; GS 44

[7] Cfr cann. 680; 738; 790

[8] Cfr EN 29-30; 51; 57

[9] Cfr cann. 574; 791

[10] Cfr EN 20; GS 53

[11] Cfr cann. 588 § 2; 590; 596; 731 ss

[12] Cfr cann. 632-633; 738

[13] Cfr Lc 4, 18

[14] Cfr Mt 13, 4-9.18-23; AG 11-12; EN 21; 41; 53; 76-77; LG 16; UR 7-9; can. 787

[15] Cfr Gv 14, 6; At 2, 32-33; Col 4, 3; Ap 21, 5; AG 13; EN 18-20; 22; 27; 29; 42; 51; 63

[16] Cfr Sal 72, 12-13; Mt 4, 12-17; Lc 4, 16-20; EN 29 ss; 38

[17] Cfr Gv 12, 26; At 2, 42; 1 Pt 2, 9; AG 15-16; EN 13-16; 58; 60-62

[18] Cfr AG 20; 32; PO 8; cann. 679-683; 738; 790

[19] Cfr Mt 9, 37; AG 2; 35-41; EN 29-39; 59; cann. 781-782; 791-792

[20] Cfr Gv 13, 1-20; Rm 12, 12; Ga 6, 2; Col 3, 15; Eb 13, 1; 1 Pt 5, 1-4; AG 27; can. 738

[21] Cfr Mc 3, 13; 1 Gv 4, 17-19

[22] Cfr 1 Cor 12, 4ss; can. 740

[23] Cfr Sal 133; Lc 22, 32; Gv 15, 15; 1 Ts 2, 18; AG 24-25; EN 75; 80

[24] Cfr At 2, 42-47; cann. 276 § 2 n° 3; 630; 1174-1175

[25] Cfr Lc 1, 52-53; 6, 20ss

[26] Cfr Mt 4, 18-22; 5, 13-14; 19, 10-12; 1 Cor 7, 32-34; 13; 2 Cor 4, 5