Il Sovrano e il suo Pitone

Qualche nota per comprendere il testo

Questa storia non è un Ngoa e narrazione, tanto meno un ato, una favola, ma una kPa djorè, una storia vera, una vecchia storia, anche se è detto "nudo Ngoa" forma di racconto.
Il tema centrale della storia, trattato da diverse angolazioni e in modi diversi, è costantemente presente nelle veglie narrative.

Il sovrano: un Dio sulla terra

L'uomo è esposto alla tentazione di considerarsi Dio sulla terra. Questo capita soprattutto ai rappresentanti del potere: capi, sovrani, re.
I sovrani tendono a dimenticare che sono solo i rappresentanti di Nyamian, il Dio supremo, e non lo stesso Nyamian.
I capi affermano spesso di avere diritti esclusivi, proprio come Nyamian, ad esempio il diritto alla vita o alla morte per i loro sudditi, e specialmente abusandoli. Diventano così tiranni, despoti, oppressori dei loro popoli.
Non sono più i garanti della vita: diventano agenti di morte.
Questo è esattamente il messaggio della storia. Il re abusa del suo potere e della sua autorità al punto di mettere in pericolo la vita di tutto il popolo.
A poco a poco distrugge la sua gente rendendo la vita impossibile.

La tirannia del potere

Pitone non è che la rappresentazione plastica del potere tirannico e arbitrario del re, che non è la felicità, la vita del suo popolo, ma la distruzione, la morte.
In questi momenti tragici, in questi tempi di calamità generale, l'uomo ha la sensazione che le divinità ordinarie non sono in grado di intervenire, di salvare la società.
Solo Nyamian, il Dio supremo, può salvare la società umana. E infatti è lui che interviene con la sua presenza salvifica: "Questo bambino era Nyamian che lo ha mandato" (1).

Un Bimbo che salva

Di solito Nyamian opera attraverso un bambino. La ragione sembra essere questa. Nelle società tradizionali la conoscenza è acquisita attraverso le esperienze di vita, non nei libri.
Il simbolo di "saggezza" è il vecchio. Quest'ultimo, avendo vissuto a lungo, possiede tutti (o quasi) gli elementi della sua cultura, e può trasmetterli, metterli al servizio della comunità.
Il vecchio è come una biblioteca con le porte sempre aperte.

L'antenato vivente

Le storie mettono ben in evidenza questa saggezza sottolineando il consiglio, l'indicazione la strategia che l'aworowaa (questo vero antenato vivente) (2), vecchia, vecchia, dà in tempi difficili, in situazioni senza via di uscita.
Questo perché gli anziani, uoini e donne, (3) hanno già vissuto queste stesse situazioni o simili nella loro vita e sanno come uscirne.
Il bambino non ha ancora vissuto, è appena arrivato nel mondo, non ha ancora acquisito esperienze dirette. Tutto ciò che sa, ciò che dice o fa, gli è stato comunicato, o ordinato, da qualcuno, cioè il Dio supremo Nyamian. Il neonato è il messaggero, inviato da Nyamian, che viene a salvare quando l'uomo o le altre divinità non possono più fare nulla.



1) Vedi M. Eliade, The Sacred and the Profane, New York, 1959, 124-125.
2) Il termine è S.M.ENO BILINGA, Understanding African oral literature, Issy les Moulineaux, 1978, 17.
3) Nelle fiabe si trova spesso una vecchia piuttosto che un vecchio..