Il gatto e la volpe. Sì, proprio loro. Sempre attorno a Pinocchio nel tentativo di strappargli le monete d'oro. E quante volte mi si sono presentati attorno! Gironzolano nelle piazze, davanti ai cancelli delle scuole, in ogni luogo frequentato da giovani. E vogliono le monete d'oro. Ti chiedono la presenza in un corteo, il voto, l'adesione ad un'idea o ad un partito, o, più banalmente, i pochi soldi che hai in tasca.
Ma soprattutto vogliono te. Troppi sono i tesori che ha in mano un ragazzo, qualunque ragazzo. Il cuore, la mente e le forze. La possibilità di buttarsi con amore indiviso in un ideale grande.
Perché diffido spesso del gatto e la volpe? perché troppe volte a loro, in realtà, non importa niente di me. Servo loro per uno scopo, e per ottenerlo non possono fare a meno di me. Niente cena all'Osteria del gambero rosso senza le monete d'oro di Pinocchio. E dopo essere stato ingannato o deluso più volte, viene la tentazione di chiudere il tuo tesoro in cassaforte per non lasciartelo prendere più da nessuno.
Sino alla scoperta entusiasta di uomini nuovi, che non hanno niente in comune col gatto e la
volpe.
Uno di questi l'ho incontrato qualche mese fa.
Non voleva niente da me, e non mi ha chiesto nulla. Allora l'ho voluto ascoltare. E mi ha
raccontato di una delle cose più belle che può fare un uomo: stava costruendo
un sogno. Non da solo, insieme ad altri. Non per se stesso, ma per lui e per gli altri.
E proprio perché rinunciava alle mie monete d'oro poteva interessarsi a me.
E proprio perché non mi chiedeva niente ho potuto, anzi, ho voluto dargli quanto potevo.
E così eccomi anch'io, a partecipare della gioia di un sogno che si compie, quando ciò che prima era solo parola diviene una presenza reale in mezzo a noi.
E tutti sono chiamati, se vogliono. Anche il gatto e la volpe.