Una parola per finire

Una notte magica "densa"

Batra kan bo o se be sa wunzi ne, jee one mbaimo di alie o : "il bambino che sa lavarsi le mani si siederà a tavola con gli anziani". Questo proverbio è stato detto da Benoit Kwaku Kra come introduzione al racconto del "Bambino che va alla ricerca del senso delle cose del mondo specialmente delle più difficili, incomprensibili, misteriore, pericolose". Infatti, in certe varienti, colui che si addentra troppo a fondo in questa ricerca, può perdere la vita. Si veda: A la decouverte de drugnan - Texte en français.
Alla ricerca di drugnan Testo in italiano.

Una chiazza notturna nella foresta

Tano Koffi, il sovrano di Tanokoffikro Tanokoffikro é un villaggio completamente circondato dalla foresta, una parcella di foresta umanizzata. Mentre il narratore racconta le avventure di Iena, Pantera, Leone, o di qualche genio o spirito che assume sembianze umane per introdursi nel villaggio, si possono sentire gli ululati di qualche animale evocato nelle storie, ed immaginare questo mondo numinoso che vive non lontano dagli esseri umani.
Era la sera dopo cena, gran parte del villaggio era riunita attorno ai catechisti e ai capi-chiesa, nella grande piazza antistante l'abitazione di Tano Koffi, capo dell'omonimo villaggio da lui fondato. Nella foto accanto il apo villaggio durante la festa degli ignami.
Eravamo riuniti per una veglia narrativa. L'atmosfera si era veramente "addensata", come dicono gli anziani del villaggio.
Erano presenti i padri Nino Aimetta, Secondo Cantino e Silvano Galli.
Ogni narratore gareggiava con gli altri per imporsi e mostrare i suoi talenti. La seduta era giunta al suo apice. Benoit Kra chiede la parola e narra il suo racconto, rivolto a tutti, ma soprattutto ai giovani catechisti venuti, anche da lontano, per la riunione:

Una parola diversa dalle altre

"Voi tutti, fate bene attenzione. Mi chiamo Benoit Kwaku Kra. Sono il poliziotto della Chiesa di Tanokoffikro. La vicenda che vi racconterò è una vecchia storia dei tempi antichi: è questo che vi voglio raccontare. Non è come gli altri racconti che stiamo narrando. Non è la stessa cosa. Colui che sa scrivere non ha che da prendere la carta e scrivere.
E' una storia dei nostri avi che vi racconterò. Una vera storia dei tempi antichi che voi ascolterete. Si suol dire: il bambino che sa lavarsi le mani, si siederà a tavola con gli anziani. Dunque io vi narrerò questo racconto perchè i Padri sono venuti e si sono riuniti qui. Lo racconterò affinchè tutti possano comprendere, bambini e vecchi, e conservarlo nella memoria".
Ciò che più colpisce in questa presentazione sono le affermazioni che l'autore fa dopo la sua presentazione. E' evidente che l'autore è cosciente di trasmettere qualcosa di estremamente importante, per cui egli deve stimolare i presenti ad accogliere con profitto quanto sta per dire e a conservarlo nella memoria e nello scritto, affinchè il messaggio possa essere trasmesso ad altri. La storia narrata da Kwaku Kra: Il Neonato dalla barba bianca: .

Lavarsi le mani e sedersi a tavola con gli anziani

Il narratore aveva coscienza di proporre "un piatto diverso dal normale", riservato agli anziani. Questo cibo l'ha servito a tutti i commensali presenti, affinchè potessero assaporarne la dolcezza e sperimentare quanto sia nutriente dividere la mensa con gli anziani.
Abbiamo cercato anche noi, in queste pagine, di gustare qualche briciola della cultura tradizionale degli Any-Bona. Noi non abbiamo fatto altro che servirci a una mensa imbandita da altri, e abbiamo solo "assaggiato" qualche vivanda. Ciò è stato sufficiente per permetterci di untravvedere quale sia la qualità e la quantità delle vivande che gli anziani Bona, i Nana, possono offrirci, accettandoci alla loro mensa.
Da noi è stato richiesto "di saper lavar le mani", cioè di avvicinarci a loro con rispetto e di saper stare al proprio posto a "tavola" con loro.

Silvano Galli, Genova Settembre 2019