Rituali akan

Per ritrovare l'armonia

Fra gli Agni-Bona esistono due generi di culto: un culto pubblico e uno privato. Per culto pubblico si intende quei rituali cui partecipano tutto il gruppo.
Le manifestazioni più solenni hanno luogo durante il ciclo della festa degli ignami, tra settembre e dicembre.
Nel culto privato partecipano invece soltanto gruppi ristretti di persone, di solito il nucleo familiare.
L'espressione più ridotta di culto privato si ha quando il fedele va a trovare il sacerdote chiedendogli un sacrificio per bisogni occasionali.
Questo culto non è legato a tempi precisi.
Il gruppo conosce altre manifestazioni liturgiche corali o private, quali le feste periodiche (ogni 42 giorni) dei sacerdoti guaritori indovini, le solenni manifestazioni dei funerali, danze propiziatorie in occasione di morti particolarmente minaccianti il gruppo (per esempio la morte di una donna incinta), le cerimonie mbra per scacciare gravi malattie o calamità dal villaggio, riti femminili di carattere sessuali per invocare la pioggia in caso di siccità, danze notturne di maledizione, ecc.

CULTO PUBBLICO

La festa dell'igname

La festa degli ignami è un vasto rituale annuo di rigenerazione del potere e dell'ordine stabilito. Si commemorano gli antenati regali sui quali è fondato quest'ordine. Le celebrazioni sono imperniate sui due detentori del potere tradizionale, politico e religioso: il capo-villaggio, e il sacerdote-guaritore indovino. Il sovrano invoca i suoi predecessori, il sacerdote le divinità tutelari del gruppo.

I momenti salienti del rituale sono i seguenti:

- la folla accompagna il sovrano (o il sacerdote) al boschetto sacro, alla periferia del villaggio, dove avvengono le abluzioni rituali: purificazione del sovrano e dei "sacra" (seggio degli antenati e "feticci");

- purificazione generale della folla per aspersione con acqua lustrale. L'acqua è attinta dalla sorgente sacra e preparata con un'aggiunta di mistura di erbe;

- ricordo delle gesta dei padri attraverso una serie di danze evocatrici di episodi storici particolarmente significativi: il passato offre agli uomini d'oggi argomenti, referenze, modelli direttamente utili;

- "distruzione" dell'anno trascorso con : a) estinzione del fuoco e sua rianimazione rituale; b) dispersione in foresta dei "detriti" dell'anno vecchio (immondizie, vecchi tizzoni, cocci, oggetti rotti, ecc....) considerati come veicolo materiale grazie al quale le tare della comunità intera sono trasportate al di là dei confini del territorio abitato;

- ritorno nella corte del sovrano dove hanno luogo i sacrifici agli antenati e alle divinità.

Il sovrano vivendo si "sporca", si contamina di colpe. Una volta all'anno ha bisogno di togliersi tutta questa sporcizia che si è accumulata sulla sua persona durante l'anno trascorso. Il male dell'uomo inquina anche gli oggetti sacri. Anche loro hanno bisogno di essere disinquinati. Una volta che il sovrano è rigenerato, vestito di una tunica bianca procederà alle abluzioni rituali dei sacra e dei regalia. Questa abluzioni non sono semplici purificazioni, ma una combustione, un annullamento delle colpe dell'individuo e della comunità.

Nella corte del sovrano avviene la parte centrale della cerimonia. In questo momento il sovrano è l'agente di legame tra la terra e il cielo, fra i viventi e i defunti. Attraverso il rito attualizza questo legame. Il rituale si divide in tre momenti:
- offerta dell'acqua lustrale
- offerta del cibo
- offerta delle vittime
Le offerte vengono presentate:
- alla madre terra
- alle divinità tutelari
- agli antenati

Offerta dell'acqua

Versando l'acqua lustrale in uno spazio sacro rotondo delimitato di argilla bianca, il sovrano mette in contatto le due sfere, celeste e terrestre. L'acqua simboleggia la pioggia fecondante la terra permettendo a quest'ultima di germogliare. Il gesto è "plastificato" da una vecchia matrona che mescola con la mano l'acqua versata sulla terra per farne una fanghiglia.

La stessa offerta viene presentata ai supporti delle divinità (due zucche avvolte in una rete) e al seggio degli antenati. Le libazioni dell'acqua sono accompagnate da una preghiera di intercessione.

Offerta del cibo

In due recipienti si trova l'afufu, il cibo sacrificale: il nuovo igname bollito e ridotto grossolanamente in poltiglia. In una bacinella afufu bianco, nell'altra giallognolo. Al secondo è stato addizionato olio di palma. I due afufu sono presenti in ogni rituale. I destinatari del culto possono scegliere quello che gradiscono meglio.

Accanto al primo cerchio di argilla bianca se ne delimita un secondo in cui viene posto il nuovo tubero sezionato in due. Il sovrano vi depone una manciata di cibo: ringrazia la terra ridonandole il cibo che essa stessa produce. Il rito continua sulla stessa falsariga con l'offerta del cibo ai ricettacoli delle divinità e agli antenati. Si depone il cibo sul seggio evocando il nome degli antenati più prestigiosi e più recenti.

Offerta delle vittime

Il rituale culmina con l'offerta di vittime animali. Alla terra e alle divinità si offrono unicamente polli. Il sovrano presenta l'offerta con una preghiera. Il sacrificatore esegue il sacrificio materiale sgozzando la vittima e facendo colare il sangue sulla terra, sui supporti delle divinità, sul seggio. La vittima immolata viene gettata a terra. Il suo modo di cadere può essere fausto o infausto: se cade sul dorso la divinità ha gradito l'offerta, se cade sul fianco o sul ventre, l'offerta non è gradita.

Oltre alla prassi sacrificale normale ne esiste un'altra più singolare, e riservata unicamente ai ricettacoli delle divinità del capo-villaggio di Guiendé. Ho assistito a questo rito parecchie volte nella sede della sua chefferie. Il sacrificatore prende un pollo nero e lo depone su uno di questi ricettacoli di modo che il ventre dell'animale sia a contatto diretto con la zucca: testa in avanti e zampe a fianco. Il sacrificatore si accovaccia, tiene le mani sotto le ali della vittima e attende... che l'animale muoia, che la forza contenuta nel "tabernacolo" uccida l'animale. Dopo qualche minuto il pollo si inclina lentamente e definitivamente. Il sacrificatore lo solleva e lo lascia ricadere: è veramente morto.

La forza che si sprigiona dal feticcio, aiutata dalle abili mani del sacrificatore che lentamente soffoca la vittima, compie ogni anno il "prodigio". Il sacrificatore mostra l'animale ai presenti, indi apre il becco della vittima, strappa la lingua e la depone sulla sommità della zucca, sulla quale fa poi colare il sangue che sprizza dal becco dell'animale.

Comunione con gli antenati

Al seggio degli antenati, oltre a queste vittime, ne vengono offerte altre più illustri: capretti, buoi, a seconda dell'importanza del seggio. Un tempo venivano sacrificate vittime umane. Il sovrano presenta l'offerta poi il sacrificatore sgozza la vittima sul seggio. Indi raccoglie il sangue in una bacinella e con le sue mani spalma il seggio, i tamburi reali, i sacra (coda di cavallo dell'antenato fondatore, ceppi, scimitarra) col sangue della vittima.

Dopo la purificazione al boschetto sacro, la rigenerazione. Le colpe umane hanno intaccato questi oggetti sminuendone la loro potenza. Affinché possano essere di nuovo al servizio del gruppo in tutta la loro efficacia, devono essere non solo rimessi nel loro spazio sacro, purificandoli da tutte le scorie umane, ma soprattutto rigenerati, ricaricati. La rigenerazione ha luogo nel sangue delle vittime.

Liturgie particolari

In certe chefferies che non possiedono il seggio degli antenati, tutte le cerimonie vengono eseguite su un altare domestico appositamente preparato. Questo succede, ad esempio, fra gli Anauvué di Ouatté, un piccolo gruppo che si dice bona, ma sprovvisti di un capo superiore. Sono legati ad una chefferie abron. Le cerimonie hanno luogo in tre cortili diversi. Non è il capo villaggio che officia, ma i capi dei tre lignaggi di cui è composto il gruppo.

Al centro del cortile si prepara, con dell'argilla bianca, uno spazio circolare di circa un metro di diametro. L'interno viene suddiviso in tre o quattro sezioni. In due cortili in quattro, nell'altro in tre. In ogni sezione vengono deposti uno o più ignami divisi a metà nel senso della lunghezza. Ogni tubero è lungo circa 30-40 cm. con un diametro che varia dai 10-15-20 cm. I tuberi sono stesi sul dorso e rappresenterebbero i capi famiglia defunti. Le libazioni, le offerte di cibo e le vittime, vengono tutte eseguite su questo altare, al di sopra degli ignami.

Sempre nell'ambito della festa degli ignami, oltre alle cerimonie officiate dal capo villaggio e dal sacerdote guaritore indovino, ce ne altre con caratteristiche proprie. Si tratta dei rituali in onore a Tano, un fiume sacro, e a Brandre, una collina sacra.

Una preghiera a Tano

Grosso modo le articolazioni del rituale sono le medesime. Le celebrazioni hanno luogo in un boschetto sacro, lontano dal villaggio. Una sacerdotessa cuoce i nuovi tuberi sul posto e ne prepara la farinata. L'elemento materiale, supporto della divinità, è un tumulo di terra con ciotole d'acqua piovana ai fianchi. E' a questo tumulo di terra che vengono presentate le offerte: libazioni d'acqua, offerta del cibo, delle vittime. Esiste una variante importante. Al termine delle cerimonia i fedeli presentano alla divinità le loro offerte: denaro o generi alimentari: arachidi, uova, banane, frutta. La sacerdotessa tiene in mano l'offerta, pronuncia il nome dell'offerente e le sue intenzioni, poi le depone in una ciotola ai piedi del tumulo. Al termine della cerimonia i bambini presenti consumano la farinata d'igname che resta, mentre gli adulti bevono il vino di palma offerto dalla sacerdotessa. Quest'ultima raccoglie poi i doni offerti.

Invocando Brandre

Brandre è una collina sacra che sovrasta il villaggio di Koun Abronso. Ha la sua festa 28 giorni dopo l'inizio della festa degli ignami. (Per queste feste si segue un calendario rituale di 42 giorni.) La collina è a Koun Abronso, ma il suo culto è esteso anche ad altri villaggi. Oltre a Koun Abronso e a Koun Fao la festa si celebra anche a Kolea e a Ngorato.

Le cerimonie hanno luogo in un boschetto vicino al villaggio e presenta i tre momenti visti: offerta dell'acqua, del cibo e delle vittime. Anche Brandre ha tratti particolari. Al posto di offrire monete e generi alimentari i presenti offrono noci di Kola. Il fedele consegna la sua noce all'officiante (un anziano che porta il nome della collina: Kuaku Brandre). Costui la taglia con un coltello e la getta ai piedi dell'albero. Secondo come la noce cade se ne traggono auspici.

Significato delle cerimonie

Le invocazioni accompagnate dalle libazioni agli antenati e alle divinità familiari, hanno per scopo di renderli presenti, di concentrare la loro forza e di canalizzarla a favore del sovrano e di tutto il popolo, essendo il sovrano un microcosmo, l'agente visibile che fa da tramite tra il cielo e la terra. Tutto il gruppo è pervaso da un influsso di forze benefiche di cui il sovrano è il primo a beneficiare.

Con la presentazione di questi sacrifici l'uomo riconosce la sua dipendenza dagli antenati, dagli esseri soprannaturali, dalla terra. Nel medesimo tempo tutti i legami che uniscono i diversi membri della comunità sono riaffermati , rinsaldati, quasi che il tempo trascorso avesse logorato e indebolito questi legami. Come osserva Maconi questi rituali, in genere, hanno due motivi informatori. "Con il rituale le persone che lo celebrano o vi assistano intendono mettersi in contatto con gli esseri soprannaturali, concepiti come esseri che stanno in ascolto e che possono intervenire dall'alto della loro potente condizione soprannaturale e perciò concedere aiuto. Contemporaneamente le stesse persone ricorrono al rituale per sostenere la vita sociale, per garantirne e preservarne l'ordine... per riparare gli attentati all'ordine cosmico, sociale e economico e per superare i conflitti fra i valori dominati della società e le tentazioni che vi si oppongono. Per questo la religione nel suo complesso concettuale e rituale è una forza coesiva della società".

CULTO PRIVATO

Le commemorazioni

Nei rituali esaminati è tutto il villaggio che partecipa. Ne esistono altri in cui partecipa solo un gruppo ristretto, di solito il nucleo familiare, o anche solo qualche persona.

Al termine delle cerimonie pubbliche degli ignami gli anziani si ritirano nelle loro corti e procedono alla commemorazione dei loro capi famiglia. Questo culto familiare viene eseguito sui moduli visti precedentemente. L'offerta del cibo e delle vittime permette agli antenati di fortificare la loro vita e di essere più efficaci nell'assistere i viventi. A forza di aiutare i viventi, a forza di essere a loro servizio, l'intensità di vita degli antenati si logora, diminuisce. Il sangue dei sacrifici ridona periodicamente un supplemento di vita di cui hanno bisogno per compiere la loro missione tutelare in tutta la loro pienezza.

Questo tipo di commemorazione familiare ha come secondo motivo di mantener desta nella famiglia il ricordo degli avi illustri, di quegli antenati che si sono particolarmente distinti per il loro lavoro, la loro condotta esemplare, il loro saggio governo. Non si ricordano tutti gli antenati, ma solo quelli più meritevoli. Nel caso che un defunto non abbia agito bene durante la sua vita, la cerimonia commemorativa è allora un'occasione di riparazione del male compiuto, affinché non sia compromesso l'equilibrio del gruppo familiare.

Le offese alla terra

Il caso che ricorre con più frequenza è il sacrificio alla terra ad opera dell'asiesofue, il sacerdote della terra.

Quando una giovane rimane incinta per la prima volta, al di fuori delle norme tradizionali (ad esempio senza un fidanzato ufficiale), è tenuta ad offrire un agnello alla terra.

La terra è considerata una divinità della fecondità per la sua capacità inesauribile di produrre frutti. Essa è la madre per eccellenza, la Terra Mater. La fecondità della donna ha il suo modello nella terra, la genitrix universale.

Il parto è considerato una variante della fertilità tellurica. Fra le fecondità della gleba e quella della donna c'è una solidarietà. Ogni atto che perturba questa fecondità è un disordine, perciò qualcosa di pericoloso. Una fecondità irregolare può essere pericolosa alla stessa stregua della sterilità.

La terra viene placata col sacrificio di un agnello obbligatoriamente offerto dal giovane che l'ha resa madre, o dalla sua famiglia paterna.

Questa ingiunzione acquista tutto il suo significato se si pensa alla struttura cosmica del rituale coniugale. Non si dimentichi che per l'africano il mondo è ricco di messaggi, di simboli. All'uomo che si unisce alla donna e che la feconda si contrappone la simmetria antropotellurica del contadino che ara e feconda la terra. E' l'uomo che è il responsabile della fecondità. E' dunque lui che deve riparare il disordine compiuto.

Il sacrificio ha luogo ai piedi di un enorme albero, davanti al quale la vittima è sgozzata. Essa viene scuoiata sul posto. Ai piedi dell'albero si lascia la testa e la pelle. Il resto viene diviso fra gli uomini adulti del villaggio. Le donne in età di aver figli non ne possono mangiare: "è come se mangiassero il loro futuro bimbo", si dice; mentre lo possono le ragazze impuberi. Agli uomini è richiesta una purità rituale. Se avessero avuto rapporti sessuali, anche leciti, non possono consumare queste carni.

Ci sono anche altri casi in cui bisogna offrire sacrifici riparatori alla terra. Ricordiamone tre: mestruazioni della donna in campagna, uccisione di una persona in foresta, avere rapporti sessuali nei campi.

L'effusione di sangue

La riparazione è proporzionale alla colpa. La donna che avesse inavvertitamente le mestruazioni mentre è ai campi o mentre lava la sua biancheria al ruscello, si accontenterà di deporre un uovo ai piedi dell'albero più vicino al luogo profanato. Se non lo facesse la sua colpa comprometterebbe i futuri raccolti, anche se nessuno ne fosse a conoscenza. Alla donna è severamente proibito andare nei campi e ad attingere acqua nei giorni di impurità. Il tabù più grande della terra è il sangue.

Avere relazioni sessuali al di fuori del villaggio e la profanazione della terra col sangue umano è un'offesa estremamente grave. Il fatto sarà giudicato pubblicamente dal capo villaggio e dai suoi notabili. A seconda del caso saranno prese sanzioni severe per i colpevoli: uno o più agnelli, alcune bottiglie di gin e qualche volta anche un bue.