La festa degli ignami dei bambini


Uno dei momenti più importanti e vissuto con pienezza di partecipazione dalla società abron e bona è la festa degli ignami. Queste celebrazioni annuali si svolgono con un ordine preciso secondo un antico calendario religioso a base di cicli di 42 giorni.

Inizia le celebrazioni il capo villaggio di Ghendé: è lui che ha acquisito il diritto di "gustare" per primo i nuovi tuberi. La festa ha luogo il mercoledì "kurudapakuo". 42 giorni dopo è il turno del villaggio di Brukro. Due giorni dopo, venerdì "murufie" toccherà al re degli Abron e ad alcune "chefferie" bona. Le altre chefferies bona e gli altri gruppi minori celebreranno la festa nelle settimane successive secondo un ordine stabilito.

Cerimonie in onore di Tano

Ventotto giorni dopo la festa di Ghendé ha luogo la festa in onore a Tano, una divinità acquatica comune a tutto il gruppo akan. Tano è il nome del grande fiume che dal Ghana settentrionale scende nella laguna Tendo che fa da confine fra la Costa d'Avorio e il Ghana.

Assisto alla festa Ngorato, villaggio che è un misto di Abron e Bona. Il vecchio villaggio, a tre km dall'attuale, è stato distrutto dal fuoco, pare dolosamente da un folle. Ngorato è situato nella sottoprefettura di Koun Fao, sulla pista che collega Agnibilekro con Bondoukou, ad una decina di km da Koun Fao.

La cerimonia si svolge in una boscaglia a circa un km dal villaggio. Con il giovane Yao attraversiamo il villaggio e ci incamminiamo per uno stretto sentiero in mezzo ad una vegetazione eccessiva. Si sacrifica a Tano in tre posti diversi, ma vicini, una decina di metri l'uno dall'altro.

Lasciamo il sentiero e entriamo in una radura ripulita e accuratamente preparata: circa 30 metri di lungo e 20 di largo. A fianco la boscaglia fitta. Nella radura ci sono ancora parecchi alberi, ma il sottobosco e la sterpaglia sono spariti. Il luogo è di una lindura liturgica.

Il boschetto sacro

In un angolo tre grossi ceppi alimentano un fuoco: sono i nuovi tuberi che stanno cuocendo. Accanto un bacile di acqua e alcuni ignami. Non lontano una damigiana e due bottiglie di linfa di palma. Al centro della radura, ai piedi di un grosso arbusto, due tumuli diseguali di terra. Sulla sommità due ciotole di acqua piovana, sui fianchi qua e là delle uova. Ai piedi del tumulo più grande due lunghe fronde di agna (costus albus). Sono le fronde sacre alla divinità e il simbolo per eccellenza della potenza di Tano. Un esempio: quando una malattia o una epidemia imperversa nel villaggio, le donne anziane percorrono il villaggio in tutte le direzioni "scopandolo" con queste fronde che hanno il potere di assorbire il male per poi gettarlo fuori dallo spazio domestico.

Siamo tutti in attesa della cerimonia. Sul posto sono convenute parecchie donne con i loro bambini e alcuni giovani di entrambi i sessi. Gli uomini sono pochi. Le donne e i bambini sono decorati con argilla bianca. Vicino al focolare alcune zucche vuote. Una delle quali contiene argilla bianca. I nuovi arrivati si affrettano a farsi decorare il corpo con l'argilla. E' la volta di una donna. Una vecchia matrona intinge tre dita nella zucca che contiene l'argilla, ne prende un po' e la depone nel palmo della mano sinistra. Vi versa poi alcune gocce di acqua, fa una specie di pastetta, poi, con un movimento deciso, passa la palma della mano sul volto, sulla schiena, sul ventre, sui seni della donna. Su ogni parte del corpo lambita dalla mano rimangono dei segni bianchi corrispondenti alle cinque dita.

La festa dei bambini

Ma sono soprattutto i bambini che sono decorati. Oggi è la loro festa. Dopo il capo di Ghendé sono loro i primi a gustare la nuova igname. Gli altri non ne hanno diritto fino alla grande festa comune. Mentre i bambini, a partire da questo giorno, ne potranno mangiare regolarmente.

Attualmente queste prescrizioni non sono vincolanti come una volta. Nei tempi passati nessuno osava infrangerle. Gli informatori assicurano che i vecchi non solo non mangiavano i nuovi frutti prima della festa, ma addirittura si coprivano gli occhi se li vedevano. C'erano pene severe per i trasgressori.

Dalle 10 alle 11 aspettiamo che l'igname cuocia. Poi la sacerdotessa prepara l'"afufu". Prende dalla marmitta alcuni pezzi bolliti della nuova igname, li depone in un bacile, poi con una piccola zucca a manico li riduce in poltiglia, vi aggiunge del sale, lo rimescola ben bene e lo versa in un grande catino: l'afufu bianco è pronto. Nello stesso modo prepara l'afufu giallo: lo stesso con aggiunta di olio di palma. I due afufu sono deposti davanti ai tumuli di terra.

Riti secolari

Intanto la pentola è stata rimessa sul fuoco con altra igname. Il sacerdote di Tano è arrivato. Avvolto in un ampio drappo bianco attende in un angolo il momento di iniziare il rito. Con lui sono arrivate altre donne. Quasi tutte hanno delle zucche svuotate con dentro uova e arachidi. In alcune zucche vedo delle monete.

Inizia il rito. Mentre la sacerdotessa è bianco vestita, il sacerdote ha tolto il suo manto: ha un semplice asciugamano alle reni. Forse non è il sacerdote, ma solo l'esecutore materiale della cerimonia, non so.

Eccolo che prende con entrambe le mani l'afufu bianco, lo schiaccia nelle palme e lo depone per tre volte nelle due ciotole poste sui tumuli di terra. I gesti sono lenti, sacri, accompagnati da invocazioni. Lo stesso avviene per l'altro tipo di afufu.

Poi è la volta delle offerte dei presenti: monete, uova, arachidi. Il sacerdote mette una zucca sul tumulo più grande e vi depone le monete offerte. Per ogni offerente pronuncia il nome e le sue richeste, le sue intenzioni....di preghiera. Lo stesso avviene per le uova. Sono tutte deposte attorno alle due ciotole. Un bambino si avvicina e offre due arachidi.

Mentre avvengono queste offerte, la sacerdotessa avvolge alcuni pezzi della nuova igname bollita in grosse foglie e le depone attorno ai due tumuli di terra. Indi prende i resti dei due afufu, ne sparge una parte a terra e dà il resto ai bambini. Appena la pentola è tolta dal fuoco i bambini si gettano sull'igname che resta per disputarsela e, fieri, mostrano i pezzi che sono riusciti ad avere.

Vittime sacrificali

Intanto il sacerdote si appresta per la seconda parte della cerimonia: l'offerta dei polli. Prende l'animale, si china davanti al tumulo più grande e lo offre alla divinità con una preghiera, poi gli chiude il becco con due dita e gli taglia il collo. Ma non completamente, solo quanto basta per far colare il sangue. Col sangue della vittima asperge le ciotole, le uova e la sommità del tumulo. Indi getta la vittima a terra. Dopo alcuni sussulti si fermerà poco lontano. La sacerdotessa procede allo stesso sacrificio poco dopo.

Terminati i sacrifici, con una rapidità sorprendente i presenti si gettano sulle uova, mentre i bambini si tuffano nel catino delle arachidi rimaste. Chiedo cosa significa tutto questo. Le offerte presentate saranno consumate da coloro che riusciranno ad accaparrarsele. Solo i polli hanno una destinazione precisa: metà per l'offerente, metà per gli anziani convenuti. La testa e i piedi sono appannaggio dei bambini. Il denaro offerto servirà invece per comperare altri polli da offrire a Tano. Sarà la sacerdotessa che soddisferà a questo compito nei giorni successivi.

La cerimonia termina con la distribuzione della linfa della palma. Ne offrono una bottiglia anche a me. Ne prendo qualche sorso e offro il resto ai presenti.