Le malattie più comuni

Malaria

E' una patologia molto diffusa in Africa che colpisce tutta la popolazione, ma soprattutto i bambini che sono i più fragili. La malattia è trasmessa dalla zanzara anofele femmina. I sintomi sono numerosi e non sistematici. Il più delle volte si notano febbre elevata, cefalee, gastralgie con diarrea. Secondo la gravità può accompagnarsi da un'anemia.
Infatti il plasmodio che provoca la malattia si sviluppa nei globuli rossi dove si moltiplica, provocando la loro distruzione. La funzione del dispensario è di curare le crisi, ma anche di fornire informazioni utili per la prevenzione.
Si inviteranno le famiglie a coprire il loro bambino, durante la notte, con una zanzariera, o almeno con un lenzuolo per evitare l'attacco notturno delle zanzare; di aerare le capanne dal mattino presto e chiudendole al calar del sole, momento favorito dalle zanzare; ma soprattutto si invitano le famiglie a tenr pulito i dintorni delle abitazioni da ogni pozzanghera o acqua stagnante, habitat privilegiato per lo sviluppo delle larve delle zanzare.
Malgrado tutte queste precauzioni, o i repulsivi di cui ci si può spalmare, le zanzare attaccano tutti e in ogni momento della giornata.

Parassitosi intestinale

Ogni giorno arrivano al dispensario diverse persone colpite da parassiti intestinali. Questo è dovuto essenzialmente all'acqua che la gente beve e che si procura nei pozzi infestati o in acque stagnanti.
Con l'analisi delle feci si identificano le uova delle ascaridi, ankilostomi, amebe e altre parassitosi.
Alcuni parassiti e vermi si prendono camminando a piedi nudi o bagnandosi in acque infette. Per una tipologia delle parassitosi si veda Parassiti intestinali

Malnutrizione

L'alimentazione si compone essenzialmente di farina di mais (wamila), o più raramente sorgho (mila) o fonio (cémoo), preparati sotto forma di farinata, semolino o polenta. Suor Etta con alcune collaboratrici controlla un bambino A volte le pannocchie di mais sono consumate anche bollite o arrostite. Il piatto base è accompagnato da salse piccanti (doozi) a base di peperoncino, pomodori, foglie di baobab (kadaroo), foglie di kapokier (komire) spinacci locali (karacitu), “gombo” (ngméndé), arachidi (kéké) e sesamo (kucoodoo), molto diffuso. I rari che se lo possono permettere aggiungono un po' di pesce o carne.
Altri alimenti consumati sono l'igname (fudu), la manioca (banci), la patata dolce (atonini). La base dell'alimentazione è dunque composta essenzialmente da farinacei e poiché è difficile ridurre lo zucchero presente negli alimenti, alcuni pazienti sono colpiti da diabete.
Questo tipo di alimentazione comporta anche altre gravi conseguenze: l'anemia dei bambini. Diversi bambini arrivano al dispensario con questa patologia. I bambini, di solito, non sono magri, e nessuno immaginerebbe una qualsiasi carenza alimentare.
Di fatto, il più delle volte, mangiano regolarmente, ma la loro alimentazione è essenzialmente composta di mais e mancano di proteine. Hanno le calorie neccessarie ma l'alimentazione non è equilibrata. Ne risulta una mancanza di globoli rossi, dunque di emoglobina.
Un giorno al mercato di Tchamba suor Félicité incontra un bambino che era venuto al dispensario qualche tempo prima. Gli osserva le congiuntive e dice al signore che l'accompagnava: "Dia un po' di pesce o di carne al ragazzo, guardi com'è anemico! Lo riporti al dispensario, con le sue feci da analizzare".
All'analisi del sangue per controllare il tasso di emoglobina (TH), i risultati sono spesso allarmanti. Una persona normale, in buona salute, ha un tasso di 100%. Al dispensario possono arrivare bambini con un tasso di 30/40/50%: al limite della morte.
Quando le mamme arrivano alla maternità per i loro controlli viene insegnato loro a controllare l'anemia dei loro bambini, prima che sia troppo grave, con la semplice osservazione delle congiuntive. Se la persona non è anemica, la congiuntiva è di un color rosso vivo, se invece è di un rosa pallido, o addirittura bianca, bisogna fare attenzione e agire rapidamente inviando il paziente in ospedale per una trasfusione.