Il museo è organizzato su tre livelli, che corrispondo ad altrettanti piani. I tre livelli sono organizzati in modo di far procedere il visitatore attraverso i diversi aspetti della cultura dell'Africa Nera: vita quotidiana, vita sociale e vita religiosa. Un'atmosfera musicale dona all'insieme la sua originalità.
Infine, gli oggetti non sono considerati per loro stessi, per il semplice piacere degli occhi. Sono prima di tutto dei testimoni carichi di significato che ci invitano a rivolgere lo sguardo e la riflessione più lontano, verso gli uomini che li producono e li utilizzano. Non è forse rendendo a questi oggetti la loro anima e dando loro la parola che si favorisce il dialogo tra le culture?
Oggetti supporti di espressione artistica |
Evocare la vita quotidiana non significa cadere nella banalità: e ciò è particolarmente vero in Africa.
Il più piccolo oggetto di uso comune può diventare il supporto di un'espressione artistica che simboleggia una credenza religiosa, un ordine sociale o, più semplicemente, un sentimento.
Così, la decorazione di un cucchiaio di legno ci dice che è un oggetto cultuale, a meno che non sia appartenuto a una donna di un certo rango sociale. O ancora, quel cofanetto cilindrico della vetrina 2, sormontato da una coppia intagliata nella massa, evoca la presenza degli antenati protettori incaricati di vegliare sul tesoro famigliare.
Nella stessa vetrina, il grosso recipiente in terra cotta, chiamato "canari" in francese d'Africa, permette di mantenere l'acqua relativamente fresca per l'uso famigliare. La vasaia ha avuto cura di ornarlo con diversi motivi simbolici che evocano la mascolinità (i triangoli) o la femminilità (i quadrati). In numerose etnie africane, infatti, il numero tre si riferisce all'uomo e il numero quattro alla donna. Questo bellissimo pezzo del Dahomey è stato portato nel 1863.
La donna occupa un posto di primo ordine nelle società africane. In alcune regioni dove il tasso di mortalità è molto elevato, il ruolo preponderante della donna è quello di dare la vita e preservarla. E' anche garante della tradizione in cui si radica la vita: in molte etnie, sono le "vecchie" che si consultano per declinare le genealogie o per evocare i misteri del passato, e sono loro che meglio manipolano le forze occulte.
Per tutte queste ragioni, è molto importante sorvegliare attentamente la depositaria di tanta scienza e tanto potere. La donna non è dunque quella specie di schiava che certi autori hanno descritto, e se, per certi suoi aspetti, la condizione femminile sembra poco invidiabile bisogna considerarla il risultato di una deviazione più che di una volontà deliberata di tenere la donna in uno stato servile.
Le attività dell'uomo corrispondono da una parte alla sua costituzione fisica e dall'altra al ruolo che gli viene assegnato dall'ideologia di gruppo. Ha il compito di svolgere i lavori pesanti o pericolosi: dissodamento del terreno, caccia, pesca, guerra ecc. Se il suo stato sociale glielo permette, partecipa alla palabre (dibattiti) dove si regolano i contrasti tra le persone e dove si prendono decisioni di interesse generale.
Il bambino considerato come potenziale di vita e prosperità è circondato da attente cure. l'iniziazione, sia essa formale o diffusa, plasma la sua intelligenza, il suo carattere e la sua affettività affinché possa occupare il ruolo che gli sarà affidato nel mondo degli adulti. Raggiunta l'età della ragione, verso i 7/8 anni, il bambino si separa poco a poco dalla mamma per frequentare il mondo degli uomini, mentre la bambina sarà educata dalle donne.
Le relazioni sociali sono essenzialmente fondate sulla parentela che fa riferimento ad un antenato
comune. Non è sempre facile distinguere le sfumature tra lignaggio, clan e tribù; ma una cosa è certa:
l'Africano si situa sempre in rapporto alla famiglia, nella linea paterna o materna secondo i casi. Anche
la solidarietà famigliare che tanto meraviglia il viaggiatore occidentale è regolata da queste reti di
parentela a più livelli.
Il linguaggio dei gioielli |
I gioielli non hanno sempre e solo scopo ornamentale: sono anche carichi di simbolismi e alcune volte
hanno usi impensati. Così le perle, le conchiglie e i braccialetti sono serviti di moneta di scambio. Nel
Sud-Ovest della Costa d'Avorio, per esempio, certi grossi braccialetti sono anche stati utilizzati come
manette per piccoli delinquenti.
In origine, le perle erano ricavate da minerali naturali (pietre, coralli...) ma da molto tempo sono imitate
da minuterie di origine europea (pasta di vetro di Venezia).
Il museo espone una bellissima collezione di figurine d'ottone che illustrano scene di vita quotidiana.
Furono modellate negli anni venti, secondo il procedimento della fusione della cera persa, in un'epoca in
cui l'artigianato non era ancora sviato dalle necessità del mercato turistico. Questo genere di oggetti era
un tempo riservato a personalità o dedicato a un culto particolare. Si può notare la differenza tra gli stili
senufo, fon e yoruba (vedere la vetrina "lavoro della donna").
Un personaggio chiave della società |
Il fabbro è uno dei personaggi chiave delle società africane. Appartiene di solito a una casta e gode di
un prestigio sovente ambiguo: si rispetta la scienza che gli permette di dominare la tecnologia dei
metalli, ma si teme il potere quasi magico che trae dal suo legame con gli elementi naturali (l'acqua, il
fuoco, l'aria, la terra) e il mondo sotterraneo. Oggi la materia prima è fornita in abbondanza dai metalli
di ricupero e gli alti forni sono in via di estinzione.
Può capitare che la vasaia sia la moglie del fabbro, ma non è la regola generale. In numerosi luoghi
questo lavoro è solo un'attività di sostegno che le donne (raramente gli uomini) praticano durante la
stagione morta o nei giorni in cui l'usanza impedisce di recarsi in savana.
Tutto è plasmato a mano senza l'aiuto di un tornio, e la cottura è fatta quasi sempre all'aria aperta su una
grossa fascina di legna secca. Il colore può essere dato prima della cottura (strato di argilla rossa, per
esempio) o per bagnatura, all'uscita del braciere, in un decotto di piante selvatiche (vernice nera).
Il tessitore, sull'esempio del fabbro, domina un'arte complessa che fa di lui un creatore, senza che sia però il depositario di un potere mistico. Tuttavia certi riti possono essere legati all'esercizio della tessitura.
Questo mestiere è molto diffuso in Africa Occidentale. Se la sovrastruttura è delle più elementari (è
d'obbligo la mobilità poiché il tessitore è frequentemente un artigiano itinerante), gli accessori sono di
una fattura molto curata: spole, pettini e soprattutto staffe di pulegge sono degli autentici capolavori.
Alcune volte, i motivi del tessuto recano messaggi: presso gli Ashanti del Gahna, riflettono la gerarchia
sociale e nessuno oserebbe indossare un manto che non corrisponda al suo rango.
Anche lo scultore occupa un posto preponderante. All'inizio, lavora su ordinazione, rispettando i canoni
estetici della sua cultura, ma è libero di esprimere la sua sensibilità creatrice. I suoi arnesi si riducono
all'essenziale: piccola ascia ricurva, coltello, raschietto, sgorbia e certi fogli abrasivi che servono per
levigare. La natura dei legni impiegati è molto varia: come regola generale i legni teneri e leggeri sono
riservati alle maschere mentre le statuine sono realizzate con essenze più dense e meno deteriorabili.
La patina nerastra e crostosa è il risultato delle libagioni di sangue versate sugli oggetti votati al culto.
Quando è rossa è molto probabile che sia dovuta alle ripetute unzioni d'olio di palma o di cola.
In certe regioni, per esempio presso i Fon e gli Yoruba, si utilizzano dei pigmenti naturali ocra, bianchi o
blu, che sono sempre più sostituiti da vernici di importazione dai toni più vistosi.
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